Partirei proprio da una delle citazioni più famose della nostra letteratura e che rispecchia quel può succedere a tutti, almeno una volta nella vita: perdersi, smarrirsi.
Una persona, nell’arco della sua vita, può trovarsi in difficoltà e non sapere come gestire le situazioni che le si presentano. Ricorrere ad un professionista permette di sondare, approfondire e/o ri-scoprire risorse che avevamo o credevamo di non avere più. Ognuno di noi può attraversare un periodo estremamente complesso e la matassa della situazione ci sembra talmente “ingarbugliata” da non riuscire a ritrovare il punto da cui ricominciare a tessere la nostra storia individuale, di coppia e/o familiare. Fatichiamo a riconoscerci, si verificano degli eventi inaspettati (es. malattie, lutti, perdita del lavoro etc…) o anche più prevedibili (es. dalla coppia a 3, la dirompente adolescenza del figlio, un nido vuoto dopo l’uscita dei figli da casa, il pensionamento etc…) che vanno a rompere l’equilibrio di un sistema che pareva riuscire a resistere agli urti della vita. Eppure quello che ha funzionato fino ai giorni o ai mesi precedenti ora sembra esser privo d’utilità.
La sensazione più comune di fronte ad uno scenario del genere è lo smarrimento connesso a non sapere come comportarsi per far fronte a queste difficoltà.
Una volta fatta quest’importante premessa, la persona “smarrita” può chiedere un sostegno, un aiuto per comprendere meglio quanto sta succedendo a se stesso in quel particolare momento, tenendo in considerazione i suoi vissuti emotivi, le dinamiche relazionali nelle quali è inserita e all’interno delle quali ha costruito il proprio modo di essere e di leggere il mondo. La mia attenzione sarà posta, sì, sul problema che mi viene portato in stanza di terapia ma non solo: si lavorerà sul significato che quel problema/sintomo assume sia per la persona sia per le sue relazioni più significative trovando soluzioni più adattive per il futuro.